Ho perso la strada e mi sono fatta divorare dal mondo del web.
Ero sempre connessa, giorno e notte, come si fa con un nuovo gioco.
Non me ne sono subito accorta. Tutto è successo gradualmente.
Una sera mi sono resa conto che ogni membro della mia famiglia si era trasformato in uno schermo.
Non ci si parlava più, eravamo degli extraterresti che condividevano lo stesso spazio.
Ne sono stata sconvolta e scioccata. Cosciente e incosciente dell’irrealtà dei nostri momenti.
Lo spazio drogato richiedeva la sua dose.
L’autoritratto mi rappresenta mascherata a metà senza colore, lo sguardo perduto nel vuoto.
Chi è questa donna? Mi sembra una sconosciuta, ma in realtà sono io.
Allora, ne ho preso le distanze e mi sono messa a riflettere sulla mia compulsione.
Ho cercato di cambiare le mie cattive abitudini limitando l’uso degli apparecchi.
Il circo mediatico è potente e spettacolare. Ti fornisce i contenuti di cui hai bisogno.
Cio che è importante sei tu, il tuo essere persona, è il tuo spirito, la tua anima, la tua sete di sapere, il tuo credo, la tua libertà di scegliere senza subire manipolazioni.
Vivere al giorno d’oggi con equilibrio è necessario per poter fare un miglior uso della tecnologia, del web e del mondo virtuale. In caso contrario, l’individuo scomparirà e lascerà spazio agli invasori d’Itaca. Bisogna compiere questo viaggio nel futuro ora.
Mi ritrovo di nuovo davanti al mio autoritratto, lo sguardo attraversa l’immagine a colori. Ma questa volta, mi ribello quando si tratta di quello che non voglio cedere. Me stessa.